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Il gallo del tetto e il gallo del pollaio
Grimm Märchen

Il gallo del tetto e il gallo del pollaio - Fiaba di Hans Christian Andersen

Tempo di lettura per bambini: 7 min

C’erano due galli, uno nel pollaio e uno sul tetto, entrambi molto superbi; ma chi realizzò di più nella vita? Dicci la tua opinione, noi manterremo comunque la nostra. Il pollaio era separato tramite una staccionata da un altro cortile, e là si trovava il letamaio dove cresceva un grande cetriolo che era convinto di essere una pianta di serra. „Così si nasce!“ diceva dentro di sé „non tutti possono nascere cetrioli, ci devono anche essere altre specie viventi! Galline, anatre e tutti gli animali del cortile vicino sono pure creature, il gallo del pollaio, che io vedo sulla staccionata, ha naturalmente tutta un’altra importanza del gallo del tetto, che è messo così in alto e che non può neppure cigolare, tanto meno cantare! Quello non ha né galline né pulcini, pensa solo a se stesso e suda fino a diventare verderame! No, il gallo del pollaio, quello sì che è un gallo! Se lo vedi camminare, danza. Se lo senti cantare, quella è musica. Quando arriva lui si capisce cosa vuol dire essere un trombettiere. Se lui entrasse qui e mi divorasse tutte le foglie e persino il gambo, se io entrassi nel suo corpo, questa sarebbe una morte beata!“ disse il cetriolo. Di notte ci fu un temporale terribile. Le galline, i pulcini e anche il gallo cercarono rifugio. La staccionata tra i due cortili fu travolta dal vento con gran fracasso, caddero tegole dal tetto ma il gallo del tetto rimase là fìsso, non si girava neppure, non poteva, e anche se era giovane e appena fuso era molto previdente e prudente. Era nato vecchio, non assomigliava affatto agli uccelli che volano nel cielo, ai passeri e alle rondini che lui anzi disprezzava. „Uccelli pigolanti, piccolissimi e ordinari!“ Le colombe erano grosse, lucide e splendenti come la madreperla, sembravano una specie di galli del tetto, ma secondo lui erano grasse e stupide e tutti i loro pensieri erano rivolti a trovare qualcosa da mangiare, e poi erano noiose in compagnia. Gli uccelli migratori gli avevano fatto visita, raccontandogli dei paesi stranieri, delle carovane dell’aria e di terribili storie di briganti con uccelli da rapina; tutto questo gli sembrò nuovo e interessante la prima volta, ma più tardi il gallo del tetto capì che si ripetevano, che era sempre la stessa noiosissima storia! Erano noiosi e tutto era noioso, nessuno era di compagnia, tutti erano stupidi. „Il mondo non vale niente!“ disse. „Sono tutte stupidaggini!“ Il gallo del tetto era ciò che si dice uno scettico, e questo avrebbe certamente interessato il cetriolo, se l’avesse saputo. Ma quello guardava soltanto al gallo del pollaio, che ora era entrato nel suo cortile. La staccionata era stata abbattuta dal vento, ma ora i lampi e i tuoni erano passati. «Che cosa ne dite di quel canto di gallo? » chiese il gallo del pollaio alle galline e ai pulcini. «Era rozzo, mancava di eleganza! »

Le galline e i pulcini si inoltrarono sul letamaio, il gallo li seguì con passo da cavaliere. «Ortaggio! » disse al cetriolo, e in quella parola il cetriolo sentì tutta la straordinaria cultura del gallo e dimenticò che lo stava beccando e divorando. „Morte beata!“ pensò. Poi giunsero le galline e i pulcini, e quando uno correva, correvano anche gli altri, poi chiocciavano e pigolavano e guardavano il gallo e erano orgogliosi di lui, perché apparteneva alla loro razza. «Chicchirichì! » cantò lui. «I pulcini si trasformano subito in grandi galline, quando canto nel grande pollaio del mondo. »

Le galline e i pulcini chiocciavano e pigolavano dietro di lui. Il gallo annunciò una grande novità. «Un gallo può deporre un uovo. E sapete cosa c’è in quell’uovo? C’è un basilisco: nessuno può sopportarne la vista. Gli uomini già lo sanno e ora lo sapete anche voi, sapete che cosa abita in me. Sapete che io sono il gallo di tutti i pollai! »

Il gallo del pollaio sbatté le ali, alzò la cresta e cantò di nuovo; e tutte le galline e i pulcini rabbrividirono, ma erano anche terribilmente orgogliosi del fatto che uno di loro fosse il gallo di tutti i pollai! Pigolarono e chiocciarono così che anche il gallo del tetto dovesse sentire, e difatti sentì, ma non fece nulla. „Sono tutte sciocchezze!“ disse tra sé il gallo del tetto. „Il gallo del pollaio non può deporre le uova, e io non ho voglia di farlo. Se volessi, potrei fare un uovo di aria! Ma il mondo non è degno di un uovo d’aria! Sono tutte sciocchezze! Adesso non ho più nemmeno voglia di stare qua!“

E difatti si ruppe, ma non uccise il gallo del pollaio, «sebbene avesse tentato di farlo» commentarono le galline, e cosa dice la morale? „È molto meglio cantare, che essere scettici e spezzarsi.“

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Contesto

Interpretazioni

La fiaba di Hans Christian Andersen, „Il gallo del tetto e il gallo del pollaio“, esplora temi di vanità, aspirazioni e la natura della soddisfazione personale. Nella storia, entrambi i galli sono personificazioni di diversi atteggiamenti di vita. Il gallo del pollaio rappresenta l’orgoglio e il narcisismo che si nutrono del riconoscimento esterno e della superiorità percepita su chi è attorno. È ammirato dalle galline e dai pulcini, ma la sua intuizione su sé stesso e il mondo è limitata.

Il gallo del tetto invece, incarna un tipo diverso di vanità e scetticismo. Si sente superiore a causa della sua posizione elevata, sia fisicamente che intellettualmente, ma la sua superiorità è vuota e porta inevitabilmente alla sua rovina. Egli rappresenta un intellettualismo che, privo di radici e sostegno nella realtà tangibile, si distacca dagli altri e finisce per spezzarsi sotto il peso della sua stessa arroganza.

Il cetriolo, con il suo sogno di essere consumato dal gallo del pollaio, rappresenta il desiderio di un significato nell’appartenenza e nel sacrificio, mentre il temporale che distrugge la staccionata simbolizza le forze esterne che possono cambiare il corso delle cose, unendo due mondi separati.

La morale della storia, „È molto meglio cantare, che essere scettici e spezzarsi“, suggerisce che, nonostante le debolezze e l’illusione di superiorità, c’è più vitalità e significato nel partecipare attivamente alla vita con gioia e relazioni, piuttosto che ritirarsi in un isolamento cinico e distaccato. In breve, la storia invita a riflettere su come la vera soddisfazione non venga dal sentirsi sopra gli altri, ma dal trovare armonia e scopo in ciò che si fa e con chi si condivide la vita.

La storia di Andersen „Il gallo del tetto e il gallo del pollaio“ è una riflessione sull’orgoglio, la percezione di sé e il valore effettivo delle proprie azioni. Entrambi i galli sono superbi a modo loro, ma rappresentano atteggiamenti opposti verso la vita e il successo.

Il gallo del pollaio è descritto come vibrante e attivo, acquistando rispetto e ammirazione non solo dai suoi simili, ma persino da un cetriolo che lo vede come il più grande tra gli esseri viventi. Il suo canto risuona simbolicamente come un segno di vitalità e superiorità, e persino le sue bugie (come la storia improbabile di deporre un uovo contenente un basilisco) vengono accolte con entusiasmo e paura riverenziale dai suoi compagni. La sua forza sta nella sua capacità di incitare e dominare il suo ambiente immediato, creando una realtà che, pur non completamente vera, è accettata e venerata.

Al contrario, il gallo del tetto è isolato, scettico e cinico. Sebbene sia „posto così in alto“, da una posizione fisica e simbolica di distacco e superiorità, non è in grado di interagire o influenzare il mondo intorno a lui. Il suo atteggiamento disilluso e la sensazione che „il mondo non vale niente“ lo portano a disprezzare tutto e tutti, considerando il mondo e le sue creature insipide e degne di nulla. La sua mancanza di coinvolgimento e il suo disprezzo lo conducono alla rovina: si spezza, un esito metaforico per il fatto che non ha mai trovato uno scopo o significato nella sua esistenza.

La morale della storia sembra suggerire che è meglio partecipare alla vita con passione e determinazione, cercando di lasciare un segno, piuttosto che restare distaccati e disillusi, rischiando così di diventare irrilevanti e spezzarsi sotto il peso della propria infelicità. La canzone del gallo del pollaio, pur imperfetta e forse pomposa, riesce a creare un senso di appartenenza e di ispirazione tra le sue creature, mentre la solitudine scettica del gallo del tetto lo conduce a un’esistenza sterile e infine autodistruttiva.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
TraduzioniDE, EN, DA, ES, FR, IT
Indice di leggibilità di Björnsson41.7
Flesch-Reading-Ease Indice19
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice17.1
Coleman–Liau Indice12
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato8.6
Numero di caratteri3.337
Numero di lettere2.665
Numero di frasi36
Conteggio parole565
Parole medie per frase15,69
Parole con più di 6 lettere147
Percentuale di parole lunghe26%
Sillabe totali1.148
Sillabe medie per parola2,03
Parole con tre sillabe154
Parole di percentuale con tre sillabe27.3%
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