Tempo di lettura per bambini: 13 min
C’era una volta un uomo a cui morì la moglie e una donna a cui morì il marito; l’uomo aveva una figlia e la donna pure. Le due ragazze erano amiche e andando a spasso insieme si recarono un giorno, a casa della donna.
Ella disse alla figlia dell’uomo: „Ascolta, di‘ a tuo padre che vorrei sposarlo; poi ogni mattina ti laverai nel latte e berrai vino; mia figlia invece si laverà nell’acqua e berrà acqua.“ La fanciulla andò a casa e raccontò al padre ciò che la donna le aveva detto. L’uomo disse: „Che cosa devo fare? Sposarsi è una gioia e un tormento insieme!“ Infine si tolse lo stivale e disse: „Prendi questo stivale che ha un buco nella suola; vai in solaio, appendilo al chiodo grosso e versaci dentro dell’acqua. Se tiene, prenderò di nuovo moglie; ma se l’acqua cola, non la prenderò.“ La fanciulla fece come le era stato ordinato; ma l’acqua restrinse il buco e lo stivale si riempì fino all’orlo. Allora riferì al padre com’era andata; egli stesso salì in solaio e quando vide che era proprio vero andò dalla vedova, la chiese in sposa, e furono celebrate le nozze.
La mattina dopo, quando le due fanciulle si alzarono, davanti alla figlia dell’uomo c’era latte per lavarsi e vino da bere mentre davanti alla figlia della donna c’era acqua per lavarsi e acqua da bere. La seconda mattina c’era acqua per lavarsi e acqua da bere sia davanti all’una sia davanti all’altra. E la terza mattina c’era acqua per lavarsi e acqua da bere davanti alla figlia dell’uomo, e latte per lavarsi e vino da bere davanti alla figlia della donna; e così fu sempre. La donna si accanì contro la figliastra e non sapeva cosa inventare per farla stare ogni giorno peggio. Era anche invidiosa, perché‚ la figliastra era bella e amabile, mentre la figlia vera era brutta e antipatica.
Una volta, d’inverno, che c’era un gelo da spaccare le pietre e il monte e la valle erano coperti di neve, la donna fece un vestito di carta, chiamò la figliastra e disse: „Su, mettiti questo vestito va‘ nel bosco e raccoglimi un cestino di fragole: ne ho voglia.“ – „Buon Dio,“ disse la fanciulla, „d’inverno non crescono le fragole, la terra è gelata e la neve ha coperto tutto. E come posso andare con l’abito di carta? Fuori fa così freddo che gela il fiato, il vento lo attraverserà e le spine me lo strapperanno di dosso.“ – „Vuoi anche contraddirmi?“ disse la matrigna. „Vattene e non farti vedere se non hai riempito il cestino di fragole.“ Poi le diede anche un pezzetto di pane duro e disse: „Così hai da mangiare per tutto il giorno.“ E pensava: Fuori gelerà e morirà di fame: non mi comparirà mai più davanti agli occhi.
La fanciulla obbedì, indossò il vestito di carta e uscì col cestino. Da ogni parte non c’era che neve e neanche un filo di verde. Quando giunse nel bosco, vide una piccola casetta dalla quale sbirciavano tre nani.

La fanciulla diede loro il buongiorno e bussò alla porta.
Essi gridarono: „Avanti!“ ed ella entrò nella stanza e si sedette sulla panca accanto alla stufa; voleva scaldarsi e mangiare la sua colazione. I nani dissero: „Danne un po‘ anche a noi.“ – „Volentieri,“ ella disse; divise in due il suo pezzetto di pane e ne diede loro metà. Essi domandarono: „Che cosa cerchi nel bosco d’inverno, con quel vestitino leggero?“ – „Ah,“ rispose ella, „devo riempire un cestino di fragole, e non posso tornare a casa se non le trovo.“ Quando ebbe mangiato il suo pane, essi le diedero una scopa e dissero: „Spazza via la neve davanti alla porta, dietro casa.“ Ma come fu uscita, i tre omini dissero fra loro: „Che cosa dobbiamo regalarle, poiché‚ è così gentile e buona e ha diviso il suo pane con noi?“
Allora disse il primo: „Che diventi più bella ogni giorno.“
Disse il secondo: „Che le cadano di bocca monete d’oro a ogni parola che dice.“
Il terzo disse: „Che venga un re e la sposi.“

La fanciulla, con la scopa dei nani, spazzò via la neve dietro alla piccola casetta, e là sotto era tutto rosso di belle fragole mature. Allora, con gran gioia, si affrettò a riempire il cestino, ringraziò gli omini, prese congedo da loro e corse a casa a portare le fragole alla matrigna.
Quando entrò e disse: „Buona sera!“ subito le cadde di bocca una moneta d’oro. Poi raccontò quel che le era accaduto nel bosco, e a ogni parola che diceva le uscivano di bocca le monete d’oro, cosicché‚ ben presto l’intera casa ne fu piena. Ma la sorellastra divenne invidiosa e insistette a lungo con la madre perché‚ la mandasse nel bosco.

Questa però non voleva e disse: „No, mia cara piccina, è troppo freddo, potresti gelare.“ Ma dato che la figlia continuava ad insistere e non la lasciava in pace, finì col cedere, ma prima le cucì un magnifico giubbetto di pelliccia, glielo fece indossare e le diede pane, burro e focaccia da mangiare per la strada. La fanciulla giunse nel bosco proprio dove si trovava la casetta.
Anche questa volta i tre nanetti sbirciavano fuori, ma lei non li salutò ed entrò nella stanza senza indugio, sedette vicino alla stufa e incominciò a mangiare il suo pane imburrato e la sua focaccia. „Daccene un po‘,“ esclamarono i nani, ma ella rispose: „Non basta neanche a me, come potrei darne ad altri?“

Quando ebbe finito di mangiare, essi dissero: „Eccoti una scopa, spazza davanti alla porta dietro casa.“ – „Sì, spazzate voi,“ rispose, „non sono mica la vostra serva!“ Quando vide che non volevano regalarle nulla, prese la porta. Allora gli omini dissero fra loro: „Che cosa dobbiamo regalarle, poiché‚ è così scortese e ha un cuore cattivo e invidioso, senza carità?“
Il primo disse: „Che diventi ogni giorno più brutta.“
Il secondo disse: „Che le esca di bocca un rospo a ogni parola che dice.“
Il terzo disse: „Che muoia di mala morte.“
La ragazza fuori cercò le fragole ma, non avendone trovata neanche una, andò a casa stizzita. E quando aprì la bocca per raccontare a sua madre quel che le era successo nel bosco, a ogni parola le saltava fuori un rospo, cosicché‚ tutti avevano ribrezzo di lei. Allora la matrigna si adirò ancora di più e pensava soltanto a tormentare la figlia del marito, che tuttavia ogni giorno diventava più bella. Infine prese un paiolo, lo mise sul fuoco e vi fece bollire del filo. Quando fu bollito lo diede alla povera ragazza insieme a una scure, perché‚ andasse sul fiume gelato, aprisse un buco nel ghiaccio e vi immergesse il filo.
Ella obbedì, andò e fece un buco nel ghiaccio; e, mentre adoperava la scure, arrivò una splendida carrozza in cui sedeva il re. Questi si fermò e chiese: „Bimba mia, cosa fai qui?“ – „Sono una povera fanciulla e bagno il filo.“ Allora il re si impietosì e vedendo che era così bella disse: „Vuoi venire con me?“ – „Ah sì, di tutto cuore,“ ella rispose; poiché‚ era felice di lasciare la madre e la sorella.
Salì dunque in carrozza e partì con il re, e quando giunsero al castello si celebrarono le nozze con gran pompa, come gli omini avevano augurato alla fanciulla. Dopo un anno la giovane regina partorì un bambino e, quando la matrigna venne a sapere la fortuna che le era toccata, venne con sua figlia con il pretesto di farle visita. Ma una volta che il re non era in casa, e non c’era nessun altro, la perfida donna afferrò la regina per la testa e sua figlia l’afferrò per i piedi, la sollevarono dal letto e la gettarono dalla finestra nel fiume che scorreva là sotto. Poi la matrigna fece distendere la brutta figlia nel letto e la coprì fin sopra la testa. Quando il re fu di ritorno e volle parlare con sua moglie, la vecchia gridò: „Zitto, zitto, adesso no: è tutta in sudore, dovete lasciarla riposare per oggi.“
Il re non pensò a nulla di malvagio e tornò soltanto la mattina dopo, e quando parlò con sua moglie ed ella dovette rispondergli, a ogni parola saltava fuori un rospo, mentre di solito cadeva una moneta d’oro. Allora egli chiese di che cosa si trattasse, ma la vecchia disse che era l’effetto di quella gran sudata e che poi tutto sarebbe scomparso.
Ma quella notte lo sguattero vide un’anatra che veniva nuotando lungo la canaletta di scolo dell’acqua e che disse:
„Che fa a quest’ora il mio Sire? Veglia o è già andato a dormire?“
E, siccome egli non diede risposta, aggiunse:
„Le mie ospiti che stan facendo?“
Lo sguattero rispose:
„A quest’ora stanno dormendo.“
Ha chiesto:
„E il mio bimbo che cosa fa?“
Egli rispose:
„Nel suo lettino dorme di già!“
Allora ella prese le sembianze della regina, allattò il bambino, gli sprimacciò il lettino, lo coprì e nuotò via lungo lo scolo dell’acqua con l’aspetto di anatra. Allo stesso modo venne per due notti; la terza disse allo sguattero: „Vai e di‘ al re che prenda la spada e, sulla soglia, la brandisca per tre volte sul mio capo.“ Lo sguattero corse a dirlo al re; questi venne con la sua spada e la brandì tre volte sullo spettro, e alla terza volta gli apparve la sua sposa, viva e sana come prima.
Il re era felice ma tenne la regina nascosta in una camera fino alla domenica, giorno in cui il bambino doveva essere battezzato. Dopo il battesimo, disse: „Che cosa merita una persona che ne toglie un’altra dal letto e la getta in acqua?“ – „Ah,“ rispose la vecchia, „che sia messa in una botte foderata di chiodi e fatta rotolare giù per il monte nell’acqua.“ Allora il re mandò a prendere una botte siffatta e vi fece mettere dentro la vecchia e sua figlia; poi ne inchiodarono il fondo e la fecero ruzzolare giù per il pendio, fin che rotolò nel fiume.

Contesto
Interpretazioni
Linguistica
„I tre omini del bosco“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che racconta la storia di una fanciulla gentile e buona il cui padre si risposa con una donna crudele e invidiosa. La nuova matrigna, desiderosa di favorire la propria figlia, cerca di tormentare la figliastra, ma la bontà di quest’ultima viene ricompensata grazie all’incontro con tre omini magici nel bosco che le fanno dei doni straordinari: ogni giorno diventa più bella, ogni parola che dice fa cadere monete d’oro dalla sua bocca, e infine un re la sposa.
La figliastra subisce l’invidia della matrigna e della sorellastra, e affronta varie prove che mettono in luce la sua bontà e generosità. In un momento di difficoltà, incontra tre omini che, colpiti dalla sua gentilezza, decidono di premiarla. Al contrario, la sorellastra, a causa della sua sgarberia e del suo cuore cattivo, riceve dai tre omini una serie di maledizioni.
Infine, la matrigna e la sorellastra tentano di eliminare la giovane regina, ma il suo spirito ritorna sotto forma di un’anatra, fino a quando il re, scoprendo la verità, riesce a riportarla in vita. La matrigna e la sorellastra ricevono una dura punizione per la loro malvagità.
La fiaba esplora temi di bontà, giustizia e vendetta, sottolineando l’importanza di avere un buon cuore e di essere gentili, poiché, alla fine, queste qualità vengono sempre ricompensate.
„I tre omini del bosco“ dei fratelli Grimm è una fiaba che affronta temi universali come la bontà contrapposta alla cattiveria, l’invidia, e la giustizia divina. La storia segue due sorellastre e le loro diverse avventure nel bosco, dove incontrano tre omini che, in base ai loro comportamenti, concedono doni o maledizioni.
La fiaba culmina con una giustizia poetica: la sorellastra buona viene premiata con bellezza, ricchezza e un matrimonio reale, mentre le cattive intenzioni della matrigna e della sorellastra malvagia portano alla loro rovina.
Questa fiaba può essere interpretata in vari modi
La bontà premiata: La protagonista, nonostante le ingiustizie subite, mantiene il cuore puro e condivide generosamente il poco che possiede, il che evidenzia il tema della bontà che viene ricompensata. Gli omini del bosco rappresentano un’entità giusta che premia il buon comportamento e punisce la malvagità.
Critica sociale: Il racconto potrebbe riflettere una critica delle dinamiche familiari e sociali del tempo. La matrigna rappresenta la minaccia costante che l’avidità e l’egoismo rappresentano per i più vulnerabili. Il comportamento della matrigna e della sorellastra rappresenta un avvertimento contro l’invidia e l’ingiustizia.
Simbolismo delle prove: Le prove che la fanciulla buona deve affrontare, come il viaggio nel bosco con abiti inadeguati o il lavoro con il filo sopra un fiume gelato, potrebbero simboleggiare le difficoltà della vita che, se affrontate con coraggio e onestà, portano ad un miglioramento della condizione personale.
Giustizia divina: L’intervento finale dell’anatra, la figura della giovane regina che ritorna dalla morte per mezzo di un intervento soprannaturale, può essere visto come una rappresentazione della giustizia divina che ristabilisce l’ordine corretto, punendo i malvagi con le stesse misure che avrebbero voluto riservare agli innocenti.
Ruolo della casualità: Il metodo con cui il padre determina se sposarsi nuovamente, usando lo stivale con il buco, suggerisce che gli eventi casuali possono avere un impatto significativo sulle vite umane, influenzando il destino in modi imprevedibili.
Attraverso questi elementi, „I tre omini del bosco“ invita a riflettere su come le azioni positive e un cuore puro possano vincere sulle avversità, offrendo una visione del mondo in cui la giustizia alla fine prevale, nonostante le sfide e le ingiustizie incontrate lungo il cammino.
„I tre omini del bosco“ è una fiaba popolare dei Fratelli Grimm che presenta molti elementi tipici delle fiabe tradizionali, come la presenza di personaggi magici, numeri simbolici (come il tre), e il contrasto tra il bene e il male.
Ecco un’analisi linguistica e tematica di questo racconto:
Struttura e Temi
Introduzione Classica: La storia inizia con „C’era una volta“, una formula comune nelle fiabe che stabilisce subito il contesto di un mondo fantastico e senza tempo.
Contrasto tra Bene e Male
La fiaba presenta un netto dualismo: da un lato c’è la figliastra, descritta come bella, amabile e generosa, e dall’altra la matrigna e la sua figlia, ritratte come invidiose, cattive e egoiste. La bellezza e le virtù morali della protagonista sono in netto contrasto con l’aspetto sgraziato e l’indole malevola della sorellastra.
Prova e Superamento: La protagonista affronta una serie di prove che sottolineano la sua bontà e voglia di aiutare. Il vestito di carta, l’ambiente invernale ostile, rappresentano ostacoli fisici che deve superare. Interagire con i nani dimostra la sua gentilezza, che viene premiata con doni magici.
Magia dei Doni e Numeri Simbolici: L’uso del numero tre è ricorrente (tre omini, tre doni, tre notti di apparizione come anatra), il che è una caratteristica comune nelle fiabe per creare ritmo e aspettativa. I doni magici (in particolare quello delle monete d’oro) simboleggiano il riconoscimento della virtù interiore.
Il Ribaltamento della Fortuna: La fine della storia sovverte le sfortune della protagonista. La sua bontà viene ripagata con l’amore e il matrimonio con il re, mentre la crudeltà della matrigna e della sorellastra viene punita.
Linguaggio e Stile
Linguaggio Semplice e Diretto: Lo stile è semplice e diretto, tipico delle fiabe, pensato per essere accessibile a tutti, in particolare ai bambini. Le descrizioni sono concise, e i dialoghi ricoprono un ruolo importante nella narrazione, aiutando a delineare i caratteri dei personaggi.
Ricorso a Formule Rituali: Frasi come „buona sera“ seguite dalla caduta di monete d’oro creano un effetto ripetitivo e magico che accentua l’aspetto fiabesco.
Uso di Motivi Archetipici: Elementi come la matrigna cattiva, la prova da superare, l’aiuto da creature magiche sono archetipi standard delle narrazioni popolari che guidano il lettore attraverso il messaggio morale del racconto.
Messaggi e Morale
Virtù vs. Vizio: La storia incoraggia la bontà, il rispetto e la generosità, mentre condanna l’invidia e la crudeltà.
Giustizia e Punizione
Le azioni hanno conseguenze: le conseguenze della bontà sono ricompense e prosperità, mentre quelle della cattiveria sono punizioni severe, come mostrato dal destino della matrigna e sua figlia.
In sintesi, „I tre omini del bosco“ utilizza un linguaggio semplice e una struttura narrativa chiara per veicolare un messaggio morale tradizionale, esaltando i valori della bontà e dell’onestà attraverso elementi magici e simbolici tipici delle fiabe dei Fratelli Grimm.
Informazioni per analisi scientifiche
Indicatore | Valore |
---|---|
Numero | KHM 13 |
Aarne-Thompson-Uther Indice | ATU Typ 403B |
Traduzioni | DE, EN, DA, ES, FR, PT, FI, HU, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH |
Indice di leggibilità di Björnsson | 37.6 |
Flesch-Reading-Ease Indice | 29.7 |
Flesch–Kincaid Grade-Level | 12 |
Gunning Fog Indice | 16.8 |
Coleman–Liau Indice | 9.8 |
SMOG Indice | 12 |
Indice di leggibilità automatizzato | 8.7 |
Numero di caratteri | 9.358 |
Numero di lettere | 7.265 |
Numero di frasi | 87 |
Conteggio parole | 1.669 |
Parole medie per frase | 19,18 |
Parole con più di 6 lettere | 308 |
Percentuale di parole lunghe | 18.5% |
Sillabe totali | 3.110 |
Sillabe medie per parola | 1,86 |
Parole con tre sillabe | 385 |
Parole di percentuale con tre sillabe | 23.1% |