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Il solino
Grimm Märchen

Il solino - Fiaba di Hans Christian Andersen

Tempo di lettura per bambini: 6 min

C’era una volta un bel cavaliere, che possedeva solamente un cavastivali e un pettine: aveva però il solino più bello del mondo, e è proprio di questo che dobbiamo sentire la storia. Era così vecchio che pensò di sposarsi, e così durante il bucato incontrò una giarrettiera.

„Oh,“ esclamò il solino, „non ho mai visto niente di così magro e elegante, così morbido e grazioso. Posso chiedere il suo nome?“

„Non lo dico!“ rispose la giarrettiera.

„Dove sta di casa?“ domandò il solino.

Ma la giarrettiera era molto timida e pensò che fosse una domanda un po‘ strana.

„Lei è certo una cintura!“ esclamò il solino, „una cintura intima. Vedo bene che lei ha una funzione pratica e elegante, bella signorina.“

„Lei non deve parlare con me!“ gli disse la giarrettiera, „non credo di avergliene dato il pretesto!“

„È vero, ma con una persona graziosa come lei,“ le rispose il solino, „ce ne sono a bizzeffe di pretesti!“

„Eviti di venirmi così vicino!“ aggiunse la giarrettiera. „Ha un aspetto così virile!“

„Sono anche un bel cavaliere,“ disse il solino, „e ho un cavastivali e un pettine!“ In realtà non era vero: era il suo padrone a possederli, ma lui si vantava.

„Non si avvicini!“ gridò la giarrettiera. „Non sono abituata a tanta familiarità.“

„Smorfiosa,“ esclamò il solino, e intanto venne tolto dalla vasca; venne poi inamidato, appeso a una sedia al sole e infine portato sull’asse da stirare; lì arrivò il ferro da stiro ben caldo.

„Signora!“ disse il solino, „bella vedovella! Mi sto scaldando tutto! Sto diventando un altro, sto uscendo di senno, lei mi sta bruciando tutto! uh! Vuole sposarmi?“

„Straccio!“ disse il ferro da stiro e con fierezza gli passò sopra: immaginava di essere una locomotiva che viaggiava sui binari e tirava i vagoni.

„Straccio!“ ripetè.

Il solino era un po‘ sfilacciato ai bordi, così sopraggiunse la forbice per tagliar via i fili.

„Oh,“ esclamò il solino, „lei è certo prima ballerina! Com’è brava a fare la spaccata! È la cosa più graziosa che io abbia mai visto! Nessun essere umano la sa imitare!“

„Lo so bene!“ rispose la forbice.

„Lei meriterebbe di essere contessa!“ le disse il solino. „Tutto quanto possiedo è un bel cavaliere, un cavastivali e un pettine! Se solo avessi una contea!“

„Sta chiedendo la mia mano?“ chiese la forbice, che si era infuriata, e così gli diede un bel taglio e lo rovinò!

„Posso sempre chiedere la mano al pettine! È sorprendente come lei riesca a conservare tutti i suoi denti, signorina!“ disse il solino. „Non ha mai pensato di fidanzarsi?“

„Certo, e lo dovrebbe anche sapere!“ rispose il pettine. „Sono fidanzata con il cavastivali.“

„Fidanzata?“ ripetè il solino. Ora non c’era più nessuno a cui chiedere la mano, e allora divenne sprezzante.

Passò parecchio tempo, poi il solino arrivò alla cartiera, dentro una cassa: c’era una grande riunione di stracci, quelli più fini da una parte, quelli più grossolani dall’altra, proprio come deve essere. Tutti avevano tante cose da raccontare, ma più di tutti il solino che faceva lo sbruffone.

„Io ho avuto moltissime fidanzate!“ raccontava. „Non potevo stare in pace! Ero proprio un bel cavaliere, tutto inamidato! Possedevo il cavastivali e il pettine, che non ho mai usato! Avreste dovuto vedermi allora, quando stavo disteso! Non dimenticherò mai la mia prima fidanzata, era una cintura, così delicata, morbida e molto carina, si gettò in un catino d’acqua per me! Ci fu anche una vedova, che arse per me, ma io la lasciai e così divenne nera! Poi la prima ballerina mi fece questo sfregio, che ho ancora adesso; era così aggressiva! Il mio pettine si innamorò di me e perse tutti i suoi denti per il patimento d’amore. Eh sì, ne ho passate delle belle! Ma soprattutto mi dispiace per la giarrettiera, cioè la cintura, che si gettò nel catino d’acqua. Ho un gran peso sulla coscienza, non vedo l’ora di trasformarmi in carta bianca!“

E così accadde; tutti gli stracci diventarono carta bianca, e il solino diventò proprio questo pezzo di carta bianca che vediamo qui, su cui è stata stampata la storia, e accadde così perché si vantò tanto di quel che non era mai accaduto. Stiamo attenti a non comportarci come lui: non possiamo sapere se non ci capiterà di trovarci in una cassa di stracci e di essere trasformati in carta bianca su cui poi verrà stampata la nostra storia completa, comprese le cose più segrete, e di dover poi andare in giro a raccontarla, proprio come è accaduto al solino!

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Contesto

Interpretazioni

La fiaba „Il solino“ di Hans Christian Andersen è una storia allegorica che mette in luce l’arroganza, la vanità e la tendenza a vantarsi di alcune persone, rappresentate in questo caso da un solino. Il protagonista, il solino, è un pezzo di stoffa che si comporta come un qualsiasi dandy che vanta conquiste amorose e titoli che in realtà non possiede. Durante il racconto, il solino si rivolge a vari oggetti, come la giarrettiera, il ferro da stiro, la forbice e il pettine, facendo proposte di matrimonio e raccontando storie esagerate e fittizie.

Il solino finisce per cadere a pezzi, rimanendo solo e dimenticato, fino a quando non viene trasformato in carta. La sua storia ci viene raccontata proprio su quel foglio di carta, dimostrando che tutte le sue millanterie non erano altro che illusioni senza fondamento.
La fiaba si conclude con un avvertimento al lettore: evitare di vantarsi di ciò che si è o si ha, perché la verità verrà sempre alla luce e potrebbe finire per essere raccontata e conosciuta da tutti.

Questa storia fornisce una lezione morale sull’importanza dell’umiltà e della verità, e ci allerta sui rischi del vivere una vita basata su bugie e vanità.

„Il solino“ di Hans Christian Andersen è una fiaba che esplora temi di vanità, presunzione e autoinganno. La storia segue un solino che si crede molto più di quello che è, vantandosi di avventure e successi sentimentali che non ha mai realmente vissuto. Attraverso i suoi incontri con altri oggetti — la giarrettiera, il ferro da stiro, la forbice, e il pettine — il solino continua a gonfiare la propria importanza con storie fittizie e corteggiamenti ingannevoli.

La fiaba si caratterizza per l’ironia: mentre il solino si vanta, la realtà della sua esistenza è molto più modesta. Alla fine, il solino finisce in una cartiera, dove viene trasformato in carta bianca su cui viene stampata la sua storia piena di falsità. Questo destino simboleggia l’inevitabile smascheramento del suo autocompiacimento.

La morale della storia mette in guardia contro la vanità e il mentire riguardo le proprie realizzazioni. Illustrando il destino del solino, Andersen avverte che la verità prima o poi viene a galla e che le nostre azioni e parole possono portare a conseguenze inaspettate.

Andersen utilizza un approccio fantasioso e giocoso per impartire una lezione su integrità e umiltà, ricordando che, alla fine, la verità è ciò che perdura.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
TraduzioniDE, DE, EN, DA, ES, FR, IT, NL
Indice di leggibilità di Björnsson33.4
Flesch-Reading-Ease Indice31.3
Flesch–Kincaid Grade-Level11.4
Gunning Fog Indice14.8
Coleman–Liau Indice11
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato5.2
Numero di caratteri4.447
Numero di lettere3.445
Numero di frasi74
Conteggio parole755
Parole medie per frase10,20
Parole con più di 6 lettere175
Percentuale di parole lunghe23.2%
Sillabe totali1.474
Sillabe medie per parola1,95
Parole con tre sillabe202
Parole di percentuale con tre sillabe26.8%
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