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L’acqua della vita
L’acqua della vita Märchen

L’acqua della vita - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 14 min

C’era una volta un re che era ammalato, e più nessuno ormai credeva che potesse vivere ancora. I suoi tre figli, che erano molto addolorati, scesero a piangere nel giardino del castello. Là incontrarono un vecchio che domandò loro il perché‚ di tanto dolore. Gli raccontarono che il padre era così ammalato che presto sarebbe morto, poiché‚ nulla poteva giovargli.

L'acqua della vita Fiaba

Il vecchio disse: -Io conosco un rimedio: l’acqua della vita; se la beve, guarirà. Ma è difficile da trovare-. Il maggiore disse: -La troverò-. Andò dal padre ammalato e gli domandò il permesso di andare a cercare l’acqua della vita, poiché‚ solo quella poteva salvarlo. -No- rispose il re -è troppo pericoloso, piuttosto preferisco morire.- Ma il giovane lo pregò tanto, che alla fine egli acconsentì. In cuor suo però il principe pensava: „Se procuro l’acqua, divento il prediletto ed erediterò il regno.“ Così si mise in cammino e, dopo aver cavalcato per un po‘, vide sulla strada un nano che lo chiamò e gli disse: -Dove vai così di fretta?-. -Razza di omiciattolo- disse il principe con fare altezzoso -non hai bisogno di saperlo!- E proseguì.

L'acqua della vita Fiaba

Ma il nano era andato in collera e gli aveva scagliato una maledizione. Infatti il principe finì in un burrone e più andava avanti, più si stringevano le montagne, e alla fine il sentiero si fece così stretto che egli non pot‚ più avanzare di un passo, n‚ gli era possibile voltare il cavallo o scendere di sella, e restò là imprigionato. Nel frattempo il padre ammalato lo attendeva, ma egli non tornava mai. Allora il secondo figlio disse: -Andrò io a cercare l’acqua-. E pensava tra s‚: „Mi sta proprio bene: se mio fratello è morto, il regno tocca a me.“ Il re da principio, non voleva lasciare andare neanche lui, ma finì col cedere. Il principe se ne andò per la stessa strada e incontrò anche lui il nano, che lo fermò e gli chiese: -Dove vai così di fretta?-. -Razza di omiciattolo- disse il principe -non hai bisogno di saperlo!- e, pieno di arroganza, proseguì il suo cammino. Ma il nano lo maledisse e anch’egli finì in un burrone, come l’altro fratello, senza poter andare n‚ avanti n‚ indietro. Questo succede a chi è superbo. Dato che neanche il secondo figlio tornava, il più giovane volle andare anche lui a cercare l’acqua, e il re dovette lasciarlo andare. Quando incontrò il nano, e questi gli domandò: -Dove vai così di fretta?- egli rispose: -Cerco l’acqua della vita, perché‚ mio padre è ammalato e sta per morire-. -Sai dove trovarla?- -No- rispose il principe. -Allora te lo dirò io, poiché‚ ti sei comportato bene con me. Zampilla da una fonte che si trova in un castello incantato; per potervi entrare, ti do una verga di ferro e due pagnottine. Con la verga batti tre volte al portone di ferro del castello, e si spalancherà. All’interno ci sono due leoni con le fauci aperte, ma se tu getti loro il pane si placheranno. Allora corri a prendere l’acqua della vita prima che scocchino le dodici, altrimenti il portone si richiude e tu resti imprigionato.- Il principe lo ringraziò, prese la verga e il pane, andò e trovò tutto quanto proprio come aveva detto il nano.

L'acqua della vita Fiaba

Il portone si spalancò al terzo colpo di verga; dopo avere ammansito i leoni, egli entrò nel castello e giunse in una bella sala: là c’erano dei principi stregati, ed egli tolse loro gli anelli dal dito; poi c’erano anche un pane e una spada ed egli li prese e li portò via. Più avanti trovò una stanza dove c’era una bella fanciulla, che si rallegrò vedendolo, lo baciò e disse che egli l’aveva liberata e doveva avere tutto il suo regno e se fosse tornato entro un anno, avrebbero celebrato le nozze. Poi gli disse dove si trovava la fonte con l’acqua della vita; ma doveva sbrigarsi ad attingerla prima che scoccassero le dodici. Proseguì finché‚ giunse in una stanza dove si trovava un bel letto appena fatto; e, siccome era stanco, volle prima riposarsi un po‘. Si distese e si addormentò; e quando si svegliò stavano suonando le undici e tre quarti. Allora si alzò in piedi tutto spaventato, corse alla fonte, riempì d’acqua un bicchiere che era lì vicino e si affrettò ad andarsene. Stava uscendo dal portone di ferro che suonavano le dodici; e il portone si chiuse con tanta violenza, che gli portò via un pezzo di calcagno.

L'acqua della vita Fiaba

Ma egli era contento di essere riuscito a prendere l’acqua della vita; si mise in cammino verso casa e passò nuovamente accanto al nano. Questi, vedendo la spada e il pane, disse: -Hai guadagnato un bel tesoro! Con la spada puoi sconfiggere interi eserciti, e il pane non finisce mai-. Ma il principe non voleva tornare a casa dal padre senza i suoi fratelli, e domandò: -Caro nano, puoi dirmi dove sono i miei due fratelli? Sono andati alla ricerca dell’acqua della vita prima di me, e non hanno più fatto ritorno-. -Sono prigionieri fra due monti- rispose il nano. -Li ho stregati in questo modo a causa della loro superbia.- Allora il principe lo supplicò tanto, finché‚ il nano finì col liberarli, ma disse ancora: -Guardati da loro: hanno il cuore malvagio-. Quando giunsero i fratelli, egli si rallegrò e raccontò loro tutto ciò che gli era accaduto: aveva trovato l’acqua della vita e ne aveva riempito un bicchiere; aveva liberato una bella principessa, che lo avrebbe aspettato per un anno, poi sarebbero state celebrate le nozze ed egli avrebbe ottenuto un grande regno. Poi se ne andarono insieme a cavallo e capitarono in un paese dove c’erano guerra e carestia; il re credeva già di essere condannato a morire nella miseria. Allora il principe andò da lui e gli diede il pane con il quale nutrì e saziò l’intero regno; poi gli diede anche la spada con la quale il re pot‚ abbattere gli eserciti dei suoi nemici e pot‚ vivere in pace. Allora il principe riprese il suo pane e la sua spada, e i tre fratelli proseguirono il viaggio. Ma giunsero in altri due paesi dove regnavano guerra e carestia, e il principe diede, ogni volta, al re il suo pane e la sua spada, e così salvò i tre regni. Poi si imbarcarono su di una nave e presero il largo. Durante il viaggio, i due maggiori parlarono fra loro e dissero: -Il più giovane ha trovato l’acqua della vita, e noi no; così nostro padre gli darà il regno che spetta a noi, e così ci toglierà la nostra fortuna-. Allora pensarono di vendicarsi e si misero d’accordo sul modo di rovinarlo. Aspettarono che fosse addormentato profondamente e presero l’acqua della vita, vuotandogli il bicchiere e riempiendolo con amara acqua di mare. Quando arrivarono a casa, il più giovane portò il bicchiere al re ammalato, perché‚ bevesse e guarisse. Ma il re aveva appena bevuto un sorso dell’amara acqua di mare, che la sua condizione si aggravò. E, mentre si lamentava, arrivarono i due fratelli maggiori e accusarono il più giovane dicendo che aveva voluto avvelenare il padre; essi invece gli avevano portato la vera acqua della vita: e gliela porsero. L’aveva appena assaggiata, che subito egli sentì il suo male sparire, e tornò a essere forte e sano come in gioventù. Poi i due fratelli andarono dal minore, lo derisero e dissero: -Hai trovato l’acqua della vita? La fatica è stata tua, mentre la ricompensa è nostra; avresti dovuto tenere gli occhi aperti: te l’abbiamo presa sul mare, mentre dormivi. Fra un anno uno di noi due si prenderà la tua bella principessa; ma guardati bene dal parlare con il babbo, tanto non ti crederebbe, e se dici una sola parola perderai anche la vita; se taci, invece, ti faremo grazia-. Ma il vecchio re era in collera con il figlio minore, e credeva che avesse cercato di ucciderlo. Perciò radunò la corte e sentenziò che doveva essere ucciso segretamente con un colpo di fucile. Un giorno il principe parti per la caccia senza sospettare nulla, e il cacciatore del re dovette accompagnarlo. Quando furono soli nel bosco, il cacciatore aveva un’aria così triste che il principe gli disse: -Che hai, mio caro?-. Il cacciatore rispose: -Non posso dirlo, ma devo farlo-. Disse il principe: -Orsù, dimmi cosa c’è; ti perdonerò-. -Ah!- disse il cacciatore. -Devo uccidervi: me l’ha ordinato il re!- Allora il principe si spaventò e disse: -Caro cacciatore, lasciami vivere, io ti do le mie vesti regali, tu, in cambio, dammi il tuo brutto vestito-. Il cacciatore disse: -Lo farò volentieri, non avrei potuto sparare contro di voi-. Allora il cacciatore prese i vestiti del principe, il principe quelli del cacciatore, e si addentrò nel bosco. Dopo qualche tempo, giunsero al vecchio re tre carri carichi d’oro e di pietre preziose per il figlio minore: li mandavano i tre re ai quali il principe aveva prestato il pane per sfamare il popolo e la spada per sconfiggere i nemici. Il re ne fu addolorato e pensò che suo figlio poteva forse esser stato innocente, e disse ai suoi: -Ah, se fosse ancora vivo! Come mi dispiace di averlo fatto uccidere!-. -Allora ho fatto bene!- disse il cacciatore. -Mi è mancato il coraggio di ucciderlo- e raccontò al re com’erano andate le cose. Il re si rallegrò e fece bandire in tutti i regni che suo figlio poteva tornare e che sarebbe stato il benvenuto. La principessa intanto aveva fatto costruire davanti al suo castello una strada tutta splendente d’oro e aveva detto ai suoi domestici: il cavaliere che l’avesse percorsa tutta diritta verso di lei era il vero sposo, e dovevano lasciarlo entrare; chi invece avesse cavalcato a lato della strada non era quello vero, e non dovevano lasciarlo entrare. Quando il tempo fu quasi trascorso, il maggiore pensò di affrettarsi e di andare dalla principessa presentandosi come il suo liberatore; così l’avrebbe avuta in moglie e ne avrebbe ottenuto il regno. Partì dunque a cavallo, ma quando giunse davanti al castello e vide la bella strada dorata, pensò: „Sarebbe un peccato, passarci sopra a cavallo!.“ Così deviò verso destra e cavalcò a lato della strada. Ma quando arrivò davanti al portone, gli dissero che egli non era il vero sposo e che doveva andarsene. Poco dopo si mise in viaggio il secondo principe, e quando arrivò alla strada d’oro, e il cavallo ci aveva già messo un piede, pensò: „Sarebbe un peccato, potrebbe rovinarsi!.“ Così deviò verso sinistra e cavalcò a lato della strada. Ma quando giunse davanti al portone, gli dissero che egli non era il vero sposo e che doveva andarsene. Quando l’anno fu trascorso, il terzo principe, pensò di lasciare il bosco e di recarsi dall’amata, per dimenticare il suo dolore presso di lei. Perciò si mise in cammino e pensò sempre a lei, e avrebbe già voluto esserci; e la strada d’oro non la vide neanche. Il suo cavallo ci passò proprio in mezzo; e quando egli arrivò al portone gli aprirono, e la principessa lo accolse con gioia e lo chiamò suo liberatore e signore del regno. Così si celebrarono le nozze con gran gioia. Dopo le nozze, ella gli raccontò che suo padre lo invitava a recarsi presso di lui e che lo aveva perdonato. Allora egli andò e gli raccontò tutto: che i fratelli lo avevano ingannato e che egli aveva taciuto. Il vecchio re voleva punirli, ma essi si erano messi in mare e avevano preso il largo; e non tornarono mai più.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„L’acqua della vita“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che narra la storia di un re malato e dei suoi tre figli che cercano di ottenere un elisir magico chiamato l’acqua della vita per salvarlo. Questa fiaba ruota intorno ai temi della compassione, dell’umiltà e della giustizia.

La storia inizia con il re molto malato, e i suoi tre figli desiderosi di salvarlo. Un vecchio saggio rivela loro che solo l’acqua della vita può guarirlo, ma avverte che trovarla sarà difficile.

Il figlio maggiore e il secondo figlio, spinti dall’ambizione egoistica di ereditare il regno, partono uno alla volta alla ricerca dell’acqua, ma trattano male un nano lungo il loro cammino. Questo li maledice, imprigionandoli tra le montagne.

Il figlio più giovane, al contrario, si comporta con gentilezza verso il nano, che in cambio gli offre l’aiuto necessario per ottenere l’acqua della vita. Dopo varie avventure, riesce a prendere l’acqua dalla fonte situata in un castello incantato e ritorna indietro, liberando anche i suoi fratelli.

Durante il viaggio di ritorno, i fratelli maggiori, per invidia, rubano l’acqua e la sostituiscono con acqua di mare, presentandola al loro padre malato. Il re peggiora dopo averla bevuta e viene ingannato dai due fratelli maggiori che accusano il minore di aver tentato di avvelenarlo. Il re, credendo alle loro bugie, ordina che il figlio minore venga ucciso, ma riesce a scampare grazie alla compassione del cacciatore del re.

Nel frattempo, vari carri carichi di tesori giungono al re come ringraziamento da altri sovrani che il figlio minore aveva aiutato lungo il suo cammino. Ciò induce il re a pentirsi della sua decisione e a desiderare di rivedere il figlio minore. Alla fine, il giovane principe viene riconosciuto da una principessa promessa sposa grazie a una strada dorata che mette alla prova i suoi fratelli maggiori. Egli riacquista il suo diritto e viene perdonato dal padre, mentre i fratelli fuggono per mare e non vengono mai più visti.

La fiaba culmina con il trionfo della verità e della bontà, mentre l’arroganza e l’inganno vengono puniti.

„L’acqua della vita“ dei Fratelli Grimm è una fiaba che esplora temi di bontà, arroganza e giustizia. La narrazione può essere interpretata in diversi modi, con ciascun componente della storia che offre spunti di riflessione e analisi.

Il valore della gentilezza e dell’umiltà: Il principe più giovane è l’unico dei tre fratelli a trattare il nano con rispetto e gentilezza. Grazie a questo comportamento, riceve l’aiuto necessario per completare la sua missione. Questa parte della storia sottolinea l’importanza della cortesia e dell’umiltà, mostrando che questi valori conducono a ricompense e successi laddove orgoglio e arroganza falliscono.

La giustizia e le sue vie misteriose: La fiaba mostra come i primi due principi siano puniti per la loro arroganza e brama di potere, finendo intrappolati senza possibilità di avanzare. Tuttavia, viene data loro una seconda possibilità quando il principe minore intercede per loro. Questo incoraggia l’idea che, anche se la giustizia può sembrare tardare, alla fine trionfa. Tuttavia, il perdono e la possibilità di redenzione sono visibili attraverso l’atto del fratello minore.

Il prezzo della cupidigia: Le azioni dei fratelli maggiori, che tentano di ingannare e rovinare il fratello minore, fungono da lezione sui pericoli dell’invidia e della cupidigia. Anche se per un momento riescono ad usurpare il successo del fratello minore, alla fine la verità viene a galla e le loro azioni li portano all’esilio. Questo enfatizza come l’inganno e l’avidità possano offrire risultati temporanei ma conducono inevitabilmente alla rovina.

Il sacrificio e la perseveranza: Il cammino del principe più giovane è pieno di difficoltà e inganni, ma la sua perseveranza gli permette di ottenere il premio finale: non solo salva il padre, ma trova anche l’amore e ottiene un regno. Questo aspetto della fiaba evidenzia che la virtù del sacrificio e la perseveranza nelle avversità portano infine alla realizzazione dei propri obiettivi.

Il simbolismo dell’acqua della vita: L'“acqua della vita“ rappresenta la salvezza, la cura e la rigenerazione. È un simbolo di speranza e redenzione che va cercato con purezza d’intenti. Solo colui che si avvicina al compito con sincerità e bontà riesce a trovarla e usarla nel modo corretto. Questo può essere visto come un richiamo al concetto di ricerca interiore e di ottenere la vera felicità attraverso azioni nobili e disinteressate.

In sintesi, „L’acqua della vita“ è una storia che insegna che le qualità morali come bontà, onestà e perseveranza sono premiate, mentre l’orgoglio, l’avidità e l’inganno portano inevitabilmente alla caduta. I Fratelli Grimm, attraverso questa fiaba, invitano il lettore a riflettere su ciò che significa veramente essere degni e giusti.

„L’Acqua della Vita“ dei Fratelli Grimm è una fiaba intricata che offre molteplici spunti per un’analisi linguistica.
Ecco alcuni punti chiave che possiamo considerare:

Struttura Narrativa

Sequenze Tipiche: La fiaba segue un modello classico con un inizio, uno sviluppo (quest) e una conclusione. Il tema della ricerca di un oggetto magico, comune nelle fiabe, agisce come catalizzatore per la trasformazione dei personaggi.
Riassunto delle Tre Prove: I fratelli affrontano prove successive, ma solo il più giovane, grazie alla sua bontà e umiltà, riesce a superarle.
Temi Ricorrenti: Ereditarietà, inganno, giustizia e la redenzione attraverso le buone azioni sono temi centrali.

Personaggi

Stereotipi dei Personaggi: I fratelli maggiori sono arroganti e avventati, mentre il più giovane è umile e onesto, tipici tratti dei protagonisti delle fiabe. Il nano funge da guida magica, un mentore che premia la virtù.
Evoluzione dei Personaggi: Il protagonista cresce attraverso l’esperienza, dimostrando qualità morali superiori ai suoi fratelli.

Elementi Linguistici

Uso del Discorso Diretto: I dialoghi sono utilizzati per caratterizzare i personaggi, mostrando attraverso le loro parole la loro natura e le loro intenzioni.
Ripetizioni e Formule: Le frasi ripetute – come le domande del nano e le risposte orgogliose dei primi due fratelli – enfatizzano temi di arroganza e umiltà.
Lessico e Sintassi: La lingua è semplice e diretta, caratteristica delle fiabe, per garantire accessibilità a lettori di tutte le età.

Significato Simbolico

L’acqua della vita

rappresenta non solo la guarigione fisica ma anche una luce simbolica della verità e giustizia.

Il viaggio: Il cammino dei fratelli rappresenta un percorso interiore di crescita e scoperta, con il più giovane che emerge come il vero erede morale e spirituale.
Gli oggetti magici (verga, pane, spada): Simboleggiano potere, abbondanza e protezione, elementi che aiutano il protagonista nel suo cammino.

Aspetti Morali

La bontà e l’umiltà vincono sempre sulla superbia e l’arroganza. :Il valoroso superamento di prove guida al meritato riconoscimento. :
La giustizia divina: Alla fine, chi agisce con cuore puro viene ricompensato, mentre chi cospira con malizia non trova redenzione.

In sintesi, „L’Acqua della Vita“ è una fiaba che intreccia elementi magici con lezioni morali, utilizzando un linguaggio semplice e diretto per veicolare temi universali di virtù, giustizia e merito.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 97
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 551
TraduzioniDE, EN, EL, DA, ES, FR, PT, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson41.6
Flesch-Reading-Ease Indice25.5
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice17.7
Coleman–Liau Indice10.7
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato9.3
Numero di caratteri11.016
Numero di lettere8.675
Numero di frasi101
Conteggio parole1.928
Parole medie per frase19,09
Parole con più di 6 lettere434
Percentuale di parole lunghe22.5%
Sillabe totali3.690
Sillabe medie per parola1,91
Parole con tre sillabe490
Parole di percentuale con tre sillabe25.4%
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