Tempo di lettura per bambini: 9 min
Attenzione: Questa è una storia spaventosa.
C’era una volta una donna che era una strega e aveva due figlie: una, brutta e cattiva, era la sua figlia; l’altra, buona e bella, era la figliastra. Ed ella tanto amava la prima, quanto odiava la seconda. Un giorno la figliastra aveva un bel grembiule che piaceva all’altra, tanto che quest’ultima, invidiosa, andò dalla madre e disse: -Quel grembiule deve essere mio-. -Sta‘ tranquilla, bimba mia, lo avrai- disse la vecchia. -La tua sorellastra ha meritato la morte da un pezzo, e questa notte, mentre dorme, verrò a tagliarle la testa. Bada solo di coricarti dietro e spingila ben bene sul davanti.- La povera fanciulla sarebbe stata perduta se, per caso, non si fosse trovata in un angolo da cui pot‚ sentire tutto. Quando fu l’ora di andare a dormire, lasciò che si coricasse prima la sorella cattiva, e che si mettesse dietro, come desiderava; ma non appena questa fu addormentata, la sollevò e la mise sul davanti vicino al bordo del letto, prendendo il suo posto dall’altra parte. Durante la notte entrò quatta quatta la vecchia: nella mano destra aveva una scure, mentre con la sinistra tastava se c’era qualcuno sul davanti; poi afferrò la scure con ambo le mani e spiccò la testa alla propria figlia. Quando se ne fu andata, la figliastra si alzò, corse dal suo innamorato, che si chiamava Orlando, e bussò alla sua porta. Quand’egli uscì, gli disse: -Ascolta, mio diletto, dobbiamo fuggire più in fretta possibile: la matrigna voleva uccidermi, ma ha colpito sua figlia. Quando si fa giorno e vede ciò che ha fatto, siamo perduti-. Orlando disse: -Però dobbiamo portarle via la bacchetta magica, altrimenti, se c’insegue, non possiamo salvarci-. La fanciulla prese la bacchetta magica, poi afferrò la testa della morta e lasciò cadere a terra tre gocce di sangue, una davanti al letto, una in cucina, una sulla scala. E fuggì con l’innamorato. Al mattino, quando la strega si alzò, chiamò sua figlia per darle il grembiule, ma quella non venne. Allora gridò: -Dove sei?-. -Qui sulla scala che spazzo!- rispose una goccia di sangue. La vecchia uscì ma non vide nessuno sulla scala e gridò di nuovo: -Dove sei?-. -Qui in cucina che mi scaldo!- rispose la seconda goccia di sangue. La vecchia andò in cucina, ma non trovò nessuno; allora gridò per la terza volta: -Dove sei?-. -Ah, sono qui nel letto che dormo!- disse la terza goccia di sangue. Ella entrò nella camera e si accostò al letto. E cosa vide? Sua figlia era immersa in una pozza di sangue e lei stessa le aveva tagliato la testa. La strega andò su tutte le furie, si precipitò alla finestra e, poiché‚ vedeva assai lontano, scorse la fanciulla che fuggiva con il suo diletto. -Avete già fatto un bel pezzo di strada- gridò -ma non servirà a nulla: vi raggiungerò lo stesso!- Infilò i suoi stivali delle sette leghe e, dopo aver fatto un paio di passi, li aveva già raggiunti. Ma la fanciulla, ben sapendo che li avrebbe inseguiti, con la bacchetta magica trasformò il suo diletto Orlando in un lago e se stessa in un’anitra che nuotava in mezzo al lago. La strega si fermò sulla riva e cercò di attirare l’anitra gettandole briciole di pane; ma essa non si lasciò sedurre e, alla sera, la vecchia dovette tornarsene a casa senza avere concluso nulla. La fanciulla e il suo innamorato ripresero il loro aspetto umano e camminarono tutta la notte, fino allo spuntar del giorno. Allora ella si trasformò in un bel fiore in mezzo a una siepe di spine, e il diletto Orlando in un violinista. Dopo poco tempo giunse la strega a grandi passi e disse al violinista: -Caro violinista, posso cogliere quel bel fiore?-. -Certamente- egli rispose -intanto io suonerò.- E mentre la vecchia si introduceva di furia fra le spine cercando di raggiungere il fiore, che ben conosceva, il violinista si mise a suonare ed ella, volente o nolente, dovette ballare, poiché‚ era una danza incantata. Egli continuò a suonare, e la strega fu costretta a ballare senza posa; le spine le strapparono le vesti di dosso, la punsero e la scorticarono, finché‚ alla fine ella giacque a terra morta. Liberatisi della strega, Orlando disse: -Ora andrò da mio padre a preparare le nozze-. -Intanto io resterò qui ad aspettarti- rispose la fanciulla -e perché‚ nessuno mi riconosca, mi voglio tramutare in una pietra rossa.- Così Orlando se ne andò, e la fanciulla rimase nel campo ad aspettarlo, trasformata in pietra rossa. Ma quando Orlando arrivò a casa, fu ammaliato da un’altra e scordò la sua vera fidanzata. La poverina attese a lungo, ma vedendo che non tornava, divenne triste e si tramutò in un fiore pensando che qualcuno l’avrebbe calpestata. Ma avvenne che un pastore pascolasse con le sue pecore in quel campo; scorse il fiore e, poiché‚ era tanto bello, lo colse, lo portò con s‚ e lo mise nel suo armadio dicendo: -Non ho mai trovato un fiore così bello-. Ma da quel giorno ne capitarono delle belle in casa del pastore! Quando si alzava al mattino, tutte le faccende di casa erano già sbrigate: la stanza era spazzata e spolverata, il fuoco acceso, il secchio riempito al suo posto; e a mezzogiorno, quando rincasava, in tavola era già servito un bel pranzetto. Egli non capiva come fosse possibile, poiché‚ non vedeva mai anima viva; e anche se gli piaceva essere servito così bene, finì coll’impaurirsi e andò a chiedere consiglio a un’indovina. Ella disse: -C’è sotto una magia: domani mattina, all’alba, guarda bene se non si muove nulla nella stanza; se vedi qualcosa, buttaci sopra in fretta un panno bianco: l’incanto si romperà-. Il pastore fece come gli era stato detto, e il mattino seguente vide aprirsi l’armadio e uscirne il fiore. D’un balzo egli vi gettò sopra un panno bianco. Subito cessò la magia: davanti a lui c’era una bella fanciulla, colei che si era presa cura della sua casa. Ed era tanto bella che il pastore le domandò se voleva diventare la sua sposa, ma ella rifiutò perché‚ voleva rimanere fedele al diletto Orlando; tuttavia promise di non andar via e di continuare a occuparsi della casa. Intanto si avvicinava il giorno in cui Orlando doveva maritarsi e, secondo un’antica usanza, furono avvertite tutte le ragazze del paese, perché‚ si presentassero a cantare in onore degli sposi. La fedele fanciulla, quando udì che il suo diletto Orlando stava per sposare un’altra, si rattristò tanto che credette le si spezzasse il cuore, e non voleva andarci; ma alla fine vi fu costretta. Quando toccò a lei cantare, si tirò indietro, finché‚ si trovò a essere l’ultima; allora non pot‚ più sottrarsi e cantò. Ma all’udirla Orlando saltò in piedi e gridò: -Questa è la vera sposa e non ne voglio altra!-. Egli l’aveva riconosciuta dalla voce, e tutto ciò che aveva dimenticato gli era ritornato in cuore. Così la fanciulla fedele sposò il suo diletto Orlando, e il dolore si mutò in gioia.

Contesto
Interpretazioni
Linguistica
„Il diletto Orlando“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che esplora temi comuni nelle fiabe, come l’ingiustizia, la fuga e la magia, oltre a concentrarsi sull’amore vero e la fedeltà.
La storia inizia con una strega che ha due figlie: una brutta e cattiva che è la sua figlia naturale, e una bella e buona, la sua figliastra. La strega favorisce la figlia naturale e odia la figliastra, al punto da volerla uccidere. Tuttavia, la figliastra scopre il piano e riesce a ingannare la strega, che finisce per uccidere la propria figlia.
La figliastra fugge con il suo innamorato Orlando, portando con sé una bacchetta magica. La strega li insegue, ma grazie alla magia, Orlando e la figliastra riescono a trasformarsi e sfuggire alla strega. Alla fine, riescono a ingannarla facendola ballare fino alla morte. Tuttavia, quando Orlando torna a casa, viene ammaliato e dimentica la sua vera fidanzata.
Nel frattempo, la fidanzata di Orlando si trasforma in vari oggetti, fino a diventare un bel fiore, che viene raccolto da un pastore. Misteriosamente, tutte le faccende del pastore vengono svolte da una presenza invisibile finché una maga non lo aiuta a scoprire che il fiore è in realtà una fanciulla trasformata. Sebbene il pastore le chieda di sposarlo, lei rifiuta, rimanendo fedele al suo amato Orlando.
Alla festa di fidanzamento di Orlando con un’altra, la fanciulla viene costretta a partecipare al canto. Quando canta, la sua voce fa ricordare a Orlando la loro storia e lui riconosce il suo vero amore. La storia si conclude con il matrimonio dei due innamorati, trasformando il dolore della fanciulla in gioia.
La storia di „Il diletto Orlando“ offre un’affascinante esplorazione di temi classici delle fiabe: il conflitto tra bene e male, la gelosia, e la fedeltà. Come molte fiabe dei Fratelli Grimm, la narrazione è ricca di simbolismo e magia, e presenta una serie di trasformazioni incantate che riflettono il potere della stregoneria e l’ingegno dei protagonisti.
La storia ruota attorno alla classica figura della matrigna cattiva, che in questo caso è anche una strega, e all’eterna lotta tra il bene rappresentato dalla figliastra buona e il male dalla figlia crudele. La trama prende una piega memorabile grazie all’espediente delle trasformazioni magiche, che consentono alla protagonista e al suo innamorato Orlando di sfuggire a situazioni apparentemente senza via d’uscita. Le trasformazioni in un lago e un’anitra, e poi in un fiore e un violinista, sottolineano la creatività e la resilienza della coppia.
Un altro aspetto interessante della storia è il tema della lealtà e della memoria. La fedeltà della fanciulla nei confronti di Orlando è messa alla prova non solo fisicamente, ma anche emotivamente, quando lui viene ammaliato da un’altra persona e la dimentica. Tuttavia, è proprio attraverso la potenza evocativa della musica e della voce della fanciulla che l’amore perduto viene ritrovato, un elemento che dimostra la forza dei legami autentici e la capacità del vero amore di superare anche gli incantesimi più potenti.
La fiaba si conclude con la meritata risoluzione felice per i protagonisti, dopo che la fedeltà della protagonista viene premiata e la strega malvagia riceve la sua punizione. Questo finale, comune nelle fiabe, rafforza l’idea di giustizia poetica e offre una morale rassicurante di speranza e ricompensa per chi rimane saldo nei valori di bontà e verità.
L’analisi linguistica della fiaba „Il diletto Orlando“, dei fratelli Grimm, mette in luce diversi aspetti tipici della tradizione orale e scritta delle fiabe, enfatizzando l’uso di strutture narrative, temi e motivi ricorrenti.
Struttura narrativa: La fiaba segue una struttura classica con un’introduzione che presenta i personaggi principali e la situazione iniziale, uno sviluppo che coinvolge una serie di prove o sfide per i protagonisti, e una conclusione che porta alla risoluzione positiva per i personaggi virtuosi. La narrazione si apre con l’opposizione tra il bene e il male, rappresentata simbolicamente dalla figliastra buona e bella e dalla figlia cattiva della strega.
Temi e motivi: Uno dei temi centrali è quello del contrasto tra il bene e il male, comune in molte fiabe dei Grimm. La dicotomia è rappresentata dalla figliastra e dalla matrigna, con quest’ultima che trama per favorire sua figlia a discapito dell’altra. Altro tema classico è l’amore e la fedeltà, presente nella relazione tra Orlando e la figliastra. Il motivo della magia, qui rappresentata dalla bacchetta magica e dalle trasformazioni, è tipico per incantare il lettore e per risolvere situazioni altrimenti impossibili da superare.
Tecniche narrative e stile: La fiaba utilizza ripetizioni e formule per creare ritmo e prevedibilità, caratteristici dei racconti orali. Le trasformazioni magiche e i dialoghi scandiscono l’azione e mantengono alta l’attenzione del lettore/ascoltatore. La presenza di numeri simbolici, come il „tre“, appare nelle tre gocce di sangue, che creano un effetto di progressione e completamento simbolico.
Caratterizzazione dei personaggi
I personaggi sono tipizzati: la matrigna malvagia, la figlia invidiosa, la figliastra virtuosa e l’eroe Orlando. Non sono descritte le loro fattezze interne in modo approfondito, ma piuttosto attraverso le loro azioni e le interazioni tra loro. Questo permette di identificarsi rapidamente con i personaggi e di comprendere le loro motivazioni.
Simbolismo e linguaggio: Il linguaggio è semplice, diretto e ricco di simbolismo. Le trasformazioni magiche non solo alterano la percezione dei personaggi ma spesso servono come metafore per il cambiamento e l’adattamento, mostrando la capacità di superare le difficoltà. Gli oggetti magici, come la scure e la bacchetta, sono simboli delle forze del male e del bene.
In sintesi, „Il diletto Orlando“ è un esempio emblematico delle fiabe dei Grimm, che utilizza una semplice narrazione ricca di simbolismo, temi morali e motivi tradizionali per trasmettere messaggi universali e incoraggiare l’immaginazione.
Informazioni per analisi scientifiche
Indicatore | Valore |
---|---|
Numero | KHM 56 |
Aarne-Thompson-Uther Indice | ATU Typ 1119 |
Traduzioni | DE, EN, DA, ES, PT, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH |
Indice di leggibilità di Björnsson | 41.9 |
Flesch-Reading-Ease Indice | 23.2 |
Flesch–Kincaid Grade-Level | 12 |
Gunning Fog Indice | 17.6 |
Coleman–Liau Indice | 11 |
SMOG Indice | 12 |
Indice di leggibilità automatizzato | 9.9 |
Numero di caratteri | 6.773 |
Numero di lettere | 5.326 |
Numero di frasi | 59 |
Conteggio parole | 1.169 |
Parole medie per frase | 19,81 |
Parole con più di 6 lettere | 258 |
Percentuale di parole lunghe | 22.1% |
Sillabe totali | 2.259 |
Sillabe medie per parola | 1,93 |
Parole con tre sillabe | 296 |
Parole di percentuale con tre sillabe | 25.3% |