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La sposa bianca e quella nera
Grimm Märchen

La sposa bianca e quella nera - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 10 min

Un giorno una donna andò nei campi a tagliare il fieno con la figlia e la figliastra. Andò loro incontro il buon Dio, con l’aspetto di un mendicante, e domandò: -Dove passa la strada che conduce al villaggio?-. -Cercatevela da solo!- rispose la madre, e la figlia soggiunse: -Se avete paura di non trovarla, prendetevi una guida!-. Ma la figliastra disse: -Ti condurrò io, pover’uomo: vieni con me-. Allora il buon Dio si adirò con la madre e la figlia, volse loro le spalle e le maledì, che diventassero nere come la notte, e brutte come il peccato. Con la povera figliastra, invece, fu misericordioso, la seguì, e quando furono vicini al villaggio, la benedì e disse: -Scegli tre cose e te le concederò-. Allora la fanciulla disse: -Desidero diventare bella come il sole-. E subito fu bianca e bella come il giorno. -Poi vorrei un borsellino che non si vuoti mai.- Il buon Dio le diede anche il borsellino, ma disse: -Non dimenticare il meglio, figlia mia!-. Ella disse: -Come terza cosa, desidererei andare in Paradiso dopo la mia morte-. Le fu promesso anche questo, e il buon Dio si allontanò. Quando la matrigna tornò a casa con la figlia e vide che erano diventate tutt’e due brutte e nere come il carbone, mentre la figliastra era bianca e bella, la cattiveria si inasprì nel suo cuore, e non pensava ad altro che a farle del male. Ma la figliastra aveva un fratello di nome Reginaldo; ella lo amava molto e gli raccontò tutto quanto le era successo. Un giorno Reginaldo le disse: -Cara sorella, voglio farti un ritratto, per averti sempre davanti agli occhi; perché‚ il mio amore per te è così grande, che vorrei sempre guardarti-. La fanciulla rispose: -Purché‚ tu non lo faccia vedere a nessuno-. Egli fece dunque il ritratto alla sorella, e lo appese in camera sua, nel castello del re, dov’era cocchiere. E tutti i giorni si fermava davanti al ritratto, e ringraziava Dio per la fortuna della sua cara sorella. Il re presso il quale egli serviva aveva da poco perduto la moglie; ed ella era stata così bella che non si poteva trovare un’altra che lo fosse altrettanto, e il re era molto afflitto. Nel frattempo i servitori di corte avevano notato che il cocchiere si fermava ogni giorno davanti al bel ritratto, ne furono invidiosi e lo riferirono al re. Questi si fece portare il ritratto e vide che assomigliava in tutto alla moglie morta, anzi era ancora più bello, sicché‚ se ne innamorò perdutamente. Domandò al cocchiere chi fosse, e quando questi disse che si trattava di sua sorella, il re decise di non volere altra sposa all’infuori di lei. Diede al giovane carrozza, cavalli e splendide vesti d’oro, e lo mandò a prendere la sua sposa. Quando Reginaldo giunse con il messaggio, la sorella ne fu felice; la ragazza nera, invece, andò su tutte le furie per la gelosia e disse alla madre: -A che servono tutte le vostre arti, se non potete procurarmi una simile fortuna!-. Allora la vecchia disse: -Sta‘ tranquilla che te la procurerò-. E con le sue stregonerie annebbiò gli occhi al cocchiere, che divenne mezzo cieco, e tappò le orecchie alla fanciulla bianca, che divenne quasi sorda. Poi salirono in carrozza, prima la sposa nelle splendide vesti regali, poi la matrigna con sua figlia; e Reginaldo sedeva a cassetta per guidare. Quand’ebbero percorso un tratto di strada, il cocchiere gridò:-Dolce e cara sorellina, chiudi bene la mantellina, la pioggia non deve bagnarti, n‚ il vento impolverarti, quando il re t’accoglierà, tutta bella ti vedrà!-La sposa domandò: -Cosa dice il mio caro fratello?-. -Ah- rispose la vecchia -ha detto che dovresti toglierti la veste d’oro e darla a tua sorella.- Allora ella se la tolse e la porse alla ragazza nera, che le diede in cambio una brutta palandrana grigia. Proseguirono e, dopo un po‘, il fratello tornò a gridare-Dolce e cara sorellina, chiudi bene la mantellina, la pioggia non deve bagnarti, n‚ il vento impolverarti, quando il re t’accoglierà, tutta bella ti vedrà!-La sposa domandò: -Cosa dice il mio caro fratello?- -Ah- rispose la vecchia -dice che dovresti toglierti la cuffia d’oro e darla a tua sorella.- Ed ella si tolse la cuffia, la diede alla ragazza nera e restò a capo scoperto. Proseguirono e, dopo un po‘, il fratello tornò a gridare:-Dolce e cara sorellina, chiudi bene la mantellina, la pioggia non deve bagnarti, n‚ il vento impolverarti, quando il re t’accoglierà, tutta bella ti vedrà!-La sposa domandò: -Cosa dice il mio caro fratello?-. -Ah- rispose la vecchia -ti ha detto di guardare fuori dalla carrozza.- In quel momento stavano passando sopra un fiume profondo, e come la sposa si alzò per guardare fuori, le altre due la spinsero, sicché‚ ella precipitò in acqua. Andò a fondo e, nello stesso istante, venne a galla un’anitra bianca come la neve, che nuotò giù per il fiume. Il fratello non si era accorto di nulla, e continuò a guidare finché‚ giunsero a corte. Allora portò al re la fanciulla nera, come se fosse stata sua sorella, e pensava che lo fosse davvero, poiché‚ aveva gli occhi annebbiati, ma vedeva luccicare le vesti d’oro. Quando scorse la spaventosa bruttezza di colei che credeva la sua sposa, il re andò su tutte le furie e ordinò che il cocchiere fosse gettato in una fossa piena di vipere e serpenti. Ma la vecchia strega seppe raggirare e abbagliare così bene il re con le sue arti, che egli tenne con s‚ la madre e la figlia, finì col trovare costei tollerabile e la sposò davvero. Una sera, che la sposa nera sedeva sulle ginocchia del re un’anitra bianca arrivò in cucina, nuotando per lo scolo dell’acquaio, e disse allo sguattero:-Presto, accendi il fuoco. Vicino ad esso mi voglio asciugare e ben bene riscaldare!-Lo sguattero ubbidì e le accese il fuoco nel camino; allora l’anitra si avvicinò e andò a sedervisi accanto, si scrollò e si lisciò le penne col becco. Mentre se ne stava là a riposarsi, domandò -Reginaldo, cosa sta facendo?-Lo sguattero rispose:-E‘ nel fosso dei tormenti, circondato dai serpenti!-L’anitra domandò ancora:-Che fa la strega nera?-Lo sguattero rispose:-In braccio a Sua Maestà, al calduccio se ne sta!-Disse l’anitra:-Oh Dio, pietà di me!-e uscì a nuoto dallo scolo dell’acquaio. La sera seguente tornò e fece le stesse domande, e così pure la terza sera. Lo sguattero non riuscì a tenersi quel peso sul cuore, andò dal re e gli raccontò ogni cosa. La sera dopo il re andò in cucina, e quando l’anitra introdusse la testa nell’acquaio, prese la spada e le tagliò il collo. E subito l’anitra divenne la più bella fanciulla del mondo, ed era del tutto simile al ritratto che il fratello aveva dipinto. Il re era pieno di gioia, e siccome la fanciulla era tutta bagnata, le fece portare delle vesti sontuose Quand’ella le ebbe indossate, gli raccontò com’era caduta nel fiume; e, per prima cosa, lo pregò di liberare il fratello dalla fossa dei serpenti. Dopo aver esaudito la sua preghiera, il re andò nella stanza dov’era la vecchia strega e domandò: -Che cosa merita colei che fa delle cose così e così?- e le raccontò quel che era successo. Ella era abbagliata, non si accorse di nulla e disse -Merita che la spoglino e la mettano in una botte foderata di chiodi; e alla botte si attacchi un cavallo che la trascini dappertutto-. Così questo fu il destino suo e della sua figlia nera. Il re invece sposò la bella fanciulla, e ricompensò il fratello fedele con ricchezze e onori.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„La sposa bianca e quella nera“ è una fiaba dei fratelli Grimm che esplora temi come la bontà, l’invidia e la giustizia divina. Nella storia, una giovane e gentile figliastra viene benedetta dal buon Dio con bellezza, ricchezza e la promessa del Paradiso, mentre sua madre e sua sorella acquisite, che si comportano in maniera malvagia, vengono punite diventando brutte e nere come la notte. La figliastra, nonostante le disavventure orchestrate dalla matrigna, trova la felicità grazie alla sua bontà e al supporto di un fratello amorevole.

In questa fiaba, i Grimm mettono in risalto l’importanza delle virtù morali come la gentilezza e l’integrità, mostrando che alla fine queste qualità vengono ricompensate. L’opera narra anche di inganni e incantesimi, un tema ricorrente nelle fiabe, che viene risolto attraverso atti di coraggio e determinazione. Inoltre, la storia contiene motivi fantastici comuni nelle narrazioni dei Grimm, come oggetti magici e trasformazioni miracolose, che servono a comunicare il messaggio morale della storia in modo avvincente ed evocativo.

„La sposa bianca e quella nera“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che esplora temi di giustizia divina, vanità, e l’importanza delle buone azioni. La storia focalizza sulle conseguenze delle azioni positive e negative dei personaggi, presentando una morale chiara e diretta.

La fiaba si apre con l’incontro tra Dio, sotto le spoglie di un mendicante, e una donna con le sue due figlie: la figlia naturale e la figliastra. La madre e la sua vera figlia si mostrano sgarbate, mentre la figliastra, al contrario, si comporta con gentilezza e disponibilità. Questo gesto premuroso attira le benedizioni divine sulla figliastra, che riceve bellezza, ricchezza e la promessa del Paradiso. Al contrario, la madre e la sua figlia naturale vengono punite per la loro cattiveria, trasformandosi in persone nere e brutte.

La trama si infittisce con l’arrivo del fratello della figliastra, Reginaldo, che ne dipinge il ritratto. Il re, vedendo il ritratto della ragazza, se ne innamora e decide di prenderla in sposa. Tuttavia, la matrigna e la sua figlia escogitano un piano per rovinare la figliastra, portandola alla disfatta. Usano le arti magiche per ingannare Reginaldo e la figliastra durante il viaggio verso il castello, e riescono a sostituire la ragazza con la figlia vera al cospetto del re.

Nonostante queste macchinazioni, la figliastra sopravvive trasformandosi in un’anatra bianca, ottenendo così una seconda possibilità. Infine, la verità viene a galla grazie all’intervento del re che riesce a rompere l’incantesimo.
La giustizia è ristabilita: la matrigna e la sua figlia vengono punite severamente per le loro azioni, mentre la figliastra sposa il re e vive felicemente, con il fratello accanto.

La fiaba sottolinea la dicotomia tra bene e male, premiando la bontà e la sincerità e punendo la cattiveria e l’inganno. Utilizza elementi fantastici per veicolare insegnamenti morali tipici delle fiabe tradizionali dei Grimm.

L’analisi linguistica della fiaba „La sposa bianca e quella nera“ dei Fratelli Grimm può essere affrontata esaminando diversi aspetti.

Di seguito, ne esplorerò alcuni

Struttura e Trama: La fiaba segue la struttura tipica delle fiabe dei Grimm, con un inizio che introduce i personaggi (madre, figlia e figliastra), un evento scatenante (l’incontro con il buon Dio), uno sviluppo (la trasformazione e i vari inganni) e una conclusione risolutiva (il trionfo della sposa bianca e la punizione della sposa nera e della matrigna). La narrazione è lineare e chiara, seguendo passaggi progressivi che conducono al lieto fine.

Tematiche: I principali temi trattati includono la contrapposizione tra bene e male, la giustizia divina, e la trasformazione fisica come simbolo di purezza o corruzione. La dicotomia bianco/nero viene utilizzata per simboleggiare moralità e carattere (bellezza e bontà associate al bianco, bruttezza e cattiveria al nero).

Personaggi: I personaggi sono caratterizzati in modo binario. Il buon Dio rappresenta la giustizia e la misericordia; la figliastra incarna la bontà e l’innocenza; la madre e la figlia, invece, rappresentano l’avidità e la malvagità. La dicotomia tra le sorelle è chiaramente metaforica e serve a sottolineare i contrasti morali.

Stile e Linguaggio: Il linguaggio utilizzato è semplice, diretto e ricco di dialoghi. Le descrizioni sono spesso simboliche e funzionali alla trama (es. „nere come la notte“ e „belle come il giorno“). L’uso dei discorsi diretti permette di mettere in evidenza le caratteristiche morali dei personaggi.

Simbolismo: Il racconto si avvale di un forte simbolismo. L’acqua, il fiume e l’anatra simboleggiano purificazione e rinascita. Le trasformazioni fisiche sono metafore della trasformazione interiore. La botte con i chiodi è una punizione esemplare e simbolica della giustizia fiabesca.

Morale: La morale della fiaba rispecchia valori tipici delle fiabe classiche, con una netta distinzione tra il bene ricompensato e il male punito, invitando gli ascoltatori a riflettere sull’importanza della bontà e della purezza d’animo.

Questa fiaba, come molte altre dei Grimm, è un esempio di narrazione che utilizza elementi fantastici e simbolici per veicolare messaggi morali e educativi, tipici della tradizione orale e folcloristica europea.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 135
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 403
TraduzioniDE, EN, DA, ES, FR, PT, FI, HU, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson41.6
Flesch-Reading-Ease Indice26.3
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice17.8
Coleman–Liau Indice10.6
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato9.7
Numero di caratteri7.344
Numero di lettere5.761
Numero di frasi64
Conteggio parole1.286
Parole medie per frase20,09
Parole con più di 6 lettere276
Percentuale di parole lunghe21.5%
Sillabe totali2.435
Sillabe medie per parola1,89
Parole con tre sillabe322
Parole di percentuale con tre sillabe25%
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