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Il garofano
Grimm Märchen

Il garofano - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 11 min

C’era una volta una regina che non poteva mettere al mondo figli per volere di Nostro Signore. Ogni mattina si recava in giardino a pregare che Iddio le facesse dono di un figlio o di una figlia. Ed ecco, un angelo venne dal cielo e disse: -Rallegrati, avrai un figlio i cui desideri saranno realizzati: qualunque cosa al mondo egli voglia, l’avrà-. Ella andò dal re ad annunciargli la lieta notizia e, quando fu tempo, diede alla luce un figlio con grande gioia del re. Tutte le mattine ella andava a lavarsi nel parco con il bimbo, e un giorno, quando questi era già un po‘ cresciuto, le accadde di addormentarsi mentre lo aveva in braccio. In quella giunse il vecchio cuoco; egli sapeva che i desideri del bambino si sarebbero realizzati e lo rapì. Prese poi un pollo, lo sgozzò e spruzzò di sangue il grembiule e la veste della regina. Poi portò il bambino in un luogo nascosto, dove lo fece allattare da una balia, e corse dal re ad accusare la regina di esserselo lasciato rapire dalle bestie feroci. Il re, vedendo il sangue sul grembiule, lo credette e s’infuriò a tal punto che fece costruire un’alta torre, nella quale non penetrava luce; là rinchiuse la moglie facendo murare la porta. Ella doveva starci sette anni senza mangiare n‚ bere, e morirvi di fame. Ma Dio le mandò due angeli dal cielo che, sotto forma di bianche colombe, dovevano volare da lei due volte al giorno, per portarle da mangiare fino allo scadere dei sette anni. Ma il cuoco pensò: „Se si avvera qualche desiderio del bambino e io sono qui, potrei essere rovinato.“ Lasciò così il castello e andò dal fanciullo che era già grande abbastanza per parlare. -Desidera un bel castello- gli disse -con un giardino e tutto ciò che occorre.- E, come il bambino ebbe formulato il desiderio, ecco comparire il castello. Dopo un po‘ di tempo, il cuoco gli disse: -Non va bene che tu sia così solo, desidera una bella fanciulla come compagna-. Il principe espresse il desiderio e la fanciulla comparve innanzi a lui, bella come nessun pittore avrebbe potuto dipingerla. I due giovani giocavano insieme amandosi teneramente, e il vecchio cuoco andava a caccia come un signore. Ma gli venne in mente che il principe avrebbe potuto desiderare di essere con suo padre, precipitandolo così in grave imbarazzo. Allora andò a casa, prese da parte la fanciulla e le disse: -Questa notte, mentre il ragazzo dorme, vai nel suo letto, piantagli un coltello nel cuore e portami il suo fegato e la sua lingua; se non lo farai perderai la vita-. Poi se ne andò e quando tornò, il giorno dopo, ella non lo aveva fatto e gli disse: -Perché‚ mai dovrei versare il sangue di un innocente che non ha ancora offeso nessuno?-. Il cuoco tornò a dirle: -Se non lo fai, ti costerà la vita-. Allora ella si fece portare una cerbiatta, la fece uccidere, prese il cuore e la lingua, li mise su di un piatto e quando vide arrivare il vecchio, disse al giovane: -Mettiti a letto e copriti con la coperta!-. In quella entrò il malfattore e disse: -Dove sono il cuore e il fegato del ragazzo?-. La fanciulla gli porse il piatto, ma il principe gettò via la coperta e disse: -Vecchio ribaldo, perché‚ volevi uccidermi? Adesso pronuncerò la tua condanna: ti trasformerai in un cane barbone con una catena d’oro intorno al collo e mangerai carboni ardenti così che le fiamme ti divampino dalla gola-. Come ebbe pronunciato queste parole, il vecchio si trasformò in un cane barbone con una catena d’oro intorno al collo, e i cuochi dovettero portargli dei carboni ardenti che egli divorò, sicché‚ le fiamme gli uscivano dalle fauci. Il principe rimase là ancora per qualche tempo, e pensava a sua madre, se mai fosse ancora viva. Infine disse alla fanciulla: -Voglio tornare in patria; se vieni con me penserò io a mantenerti-. -Ah- rispose ella -è così lontano! e poi che farei in un paese sconosciuto?- Così, poiché‚ non consentiva ad accompagnarlo, e tuttavia non volevano lasciarsi, egli desiderò che la fanciulla diventasse un bel garofano, e lo portò con se. Partì, e il cane barbone dovette seguirlo. Giunto in patria, andò subito alla torre dove era rinchiusa sua madre, e siccome la torre era tanto alta, desiderò una scala che arrivasse fino in cima. Salì, guardò dentro e gridò: -Carissima mamma, vivete ancora o siete morta?-. Ella rispose: -Ho appena mangiato e sono ancora sazia- credendo che ci fossero gli angeli. Egli disse. -Sono il vostro caro figlio, quello che le bestie feroci vi avrebbero rapito, ma sono ancora vivo e presto vi salverò-. Poi scese e andò dal padre facendosi annunciare come un cacciatore forestiero che chiedeva di entrare al suo servizio. Il re rispose che poteva venire se era abile e riusciva a procurargli della selvaggina; ma in tutta quella zona non se n’era mai vista. Il cacciatore promise che avrebbe procurato tanta selvaggina quanta si addiceva a una tavola regale. Poi fece radunare tutti i cacciatori e ordinò che lo seguissero nel bosco. Andarono e, una volta giunti nel bosco, egli li fece disporre a forma di cerchio, aperto da un lato, poi vi entrò e si mise a desiderare della selvaggina. Ed ecco entrare di corsa nel cerchio duecento e più animali selvaggi, e i cacciatori dovettero ucciderli. Poi caricarono il tutto su sessanta carri e lo portarono al re che, finalmente, pot‚ guarnire la propria tavola di selvaggina, dopo essersene privato per tanti anni. Tutto contento, il re decise che il giorno dopo l’intera corte avrebbe pranzato con lui e diede un gran banchetto. Quando furono tutti riuniti, disse al cacciatore: -Vista la tua bravura, siederai accanto a me-. Ma quello rispose: -Sire, Vostra Maestà mi perdoni, sono solo un principiante-. Ma il re insistette dicendo: -Devi sederti accanto a me- finché‚ egli obbedì. Quando fu seduto pensò alla sua diletta madre e desiderò che almeno uno dei cortigiani si mettesse a parlare di lei, chiedendo come stesse nella torre, se viveva ancora o se era morta di fame. Aveva appena formulato questo pensiero, che il maresciallo prese a dire: -Maestà, noi qui banchettiamo allegramente, ma come sta Sua Maestà la regina, nella torre? Vive ancora o è morta di fame?-. Ma il re rispose: -Non voglio sentir parlare di lei: ha lasciato sbranare il mio caro figlio dalle bestie feroci- Allora il cacciatore si alzò e disse: -Mio nobile padre, la regina vive ancora, e io sono suo figlio; non sono stato rapito dalle bestie feroci, ma da quell’infame vecchio cuoco che mi ha portato via dal suo grembo mentre ella dormiva e le ha spruzzato il grembiule con il sangue di un pollo-. Afferrò il cane con il collare d’oro e disse: -Ecco lo scellerato!- e fece portare dei carboni ardenti che il cane dovette mangiare di fronte a tutti, finché‚ le fiamme gli uscirono dalle fauci. Poi il giovane domandò al re se voleva vedere il cuoco nel suo vero aspetto; formulò il desiderio ed eccolo comparire con il grembiule bianco e il coltello al fianco. Vedendolo, il re andò su tutte le furie e ordinò che fosse gettato nel carcere più fondo. Poi il cacciatore aggiunse: -Padre mio, volete vedere anche la fanciulla che mi ha educato amorevolmente, e che doveva uccidermi, ma non l’ha fatto?-. Il re rispose: -Sì, la vedrò volentieri-. Il figlio disse: -Mio nobile padre, ve la mostrerò sotto forma di un bel fiore-. Tirò fuori di tasca il garofano, e lo mise sulla tavola regale, bello come il re non ne aveva mai visti. Poi il figlio disse: -Ora voglio mostrarvela nel suo vero aspetto-. Desiderò che ridiventasse una fanciulla, ed eccola comparire tanto bella, che più bella nessun pittore avrebbe potuto dipingerla. Il re inviò allora due cameriere e due servi alla torre, perché‚ andassero a prendere la regina e la conducessero alla tavola regale. Ma quando vi giunse la regina non toccò cibo e disse: -Iddio clemente e misericordioso, che mi ha mantenuta in vita nella torre, mi libererà presto-. Visse ancora tre giorni,poi morì serenamente. L’accompagnarono alla sepoltura le due bianche colombe che le avevano portato il cibo nella torre, ed erano angeli del cielo; e si posarono sulla sua tomba. Il vecchio re fece squartare il cuoco, ma anch’egli non sopravvisse a lungo per il dolore. Il figlio invece sposò la bella fanciulla che aveva portato in tasca sotto forma di fiore; e se vivono ancora lo sa Iddio.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„La fiaba ‚Il garofano‘ dei Fratelli Grimm racconta una storia intrisa di magia, desideri e inganno. In un regno lontano, una regina disperata per non avere figli riceve la visita di un angelo che le promette un figlio i cui desideri saranno sempre esauditi. Nasce un bambino straordinario, ma un cuoco malvagio lo rapisce, separandolo dalla madre e accusando quest’ultima di aver perso il bambino.

Il cuoco nasconde il principe in un luogo segreto, mentre la regina viene rinchiusa in una torre oscura per sette anni. Grazie alla sua capacità di esaudire desideri, il principe riesce a ottenere un castello e una bella compagna. Ma quando il cuoco trama per ucciderlo, la fanciulla riesce a salvare il principe trasformando il cuoco in un cane che mangia carboni ardenti.

Il principe infine torna nel suo regno, smaschera l’inganno del cuoco e libera sua madre dalla torre. La regina muore poco dopo il suo rilascio, ma il giovane sposa la sua compagna, riportata alla sua forma umana da garofano a fanciulla. La fiaba si conclude con una nota sospesa sulla loro vita felice e sul destino del re e del cuoco. ‚Il garofano‘ esplora temi come il potere del desiderio, la giustizia e la redenzione. “

La fiaba „Il garofano“ dei Fratelli Grimm è una storia che esplora temi di inganno, ingiustizia e il potere del desiderio. Come molte delle storie dei Grimm, contiene elementi soprannaturali e trasmette una serie di lezioni morali attraverso eventi spesso drammatici e personaggi archetipici.

Temi Principali

Desiderio e Potere: Il principe è dotato di un potere speciale sin dalla nascita: qualsiasi cosa desideri si avvererà. Questo tema riflette un desiderio umano universale di poter controllare e modificare il proprio destino, ma anche i pericoli che possono derivare dal possesso di un tale potere.

Innocenza e Colpa: La storia esplora la linea sottile tra innocenza e colpevolezza. La regina è ingiustamente accusata di aver perso il suo bambino a causa delle bestie feroci, simboleggiando come la verità possa essere oscurata dalle apparenze e dalle trame ingannevoli degli altri.

Giustizia Retributiva: Come in molte fiabe classiche, alla fine, i malvagi ricevono una punizione commisurata ai loro crimini. Il cuoco, simbolo del male e dell’inganno, è trasformato in un cane e poi punito per i suoi peccati, mentre la giustizia viene ripristinata con il ricongiungimento del principe e della sua madre regina.

Amore e Lealtà: Il legame tra il principe e la fanciulla è un esempio di amore e lealtà che supera le difficoltà e le prove. Nonostante le pressioni e i pericoli, la ragazza rimane fedele al principe, dimostrando il valore della bontà e della purezza del cuore.

Elementi Soprannaturali

Il Potere dei Desideri: Il dono dato dall’angelo alla regina si manifesta attraverso il figlio, il cui potere di realizzare i desideri diventa centrale nella storia.
Angeli e Miracoli: La presenza degli angeli che nutrono la regina nella torre introduce un elemento di intervento divino, rappresentando la giustizia e la compassione divina.
Trasformazioni Magiche: La trasformazione della fanciulla in un garofano e del cuoco in un cane barbone sono esempi di metamorfosi, un tema comune nelle fiabe che evidenzia l’instabilità delle apparenze e la possibilità di redenzione e punizione attraverso la magia.

Messaggio

La fiaba invita i lettori a riflettere sulla giustizia e la verità, evidenziando come il bene, anche se temporaneamente oscurato dall’ingiustizia, alla fine trionfa. Il potere del desiderio è bilanciato dalla saggezza e dalla giustizia, e l’amore e la lealtà emergono come forze fondamentali che guidano alla felicità e al compimento finale.

L’analisi linguistica della fiaba „Il garofano“ dei Fratelli Grimm si può articolare attorno a diversi aspetti, tra cui il lessico, la sintassi, i temi e le strutture narrative tipiche delle fiabe.

Lessico

Il linguaggio della fiaba è ricco di termini arcaici e formule ricorrenti che evocano l’atmosfera tradizionale delle storie narrate a voce. Parole come „Iddio“, „colombe“, „fanciulla“, e „grembiule“ conferiscono un tono solenne e fiabesco. Inoltre, vi è l’uso di espressioni standard della fiaba come „C’era una volta“ che introducono la storia, e „vissero felici e contenti“ (modificato in „se vivono ancora lo sa Iddio“) che, seppur non presenti testualmente, riassumono il lieto fine tipico.

Sintassi

La sintassi delle fiabe dei Grimm tende ad essere semplice e diretta, con frasi brevi e coordinate. Questo facilita la comprensione orale e mantiene il ritmo narrativo vivace. Tuttavia, in „Il garofano“, si notano periodi leggermente più complessi, specie nei discorsi indiretti e nei momenti di dialogo tra i personaggi.

Temi

I temi della fiaba includono:

Desiderio e Realizzazione: Il potere dei desideri del principe è un tema centrale, simbolizzando il legame tra volontà e realizzazione.

Innocenza e Tradimento: Il tradimento del cuoco contrasta con l’innocenza della regina e del principe, creando un conflitto morale.

Giustizia e Vendetta: Il finale mostra una giustizia poetica con la trasformazione e punizione del cuoco.

Intervento Divino: L’intervento di Dio e degli angeli sottolinea il tema della provvidenza e della fede.

Strutture Narrative

„Il garofano“ presenta elementi tipici delle fiabe, come:

Personaggio Protagonista e Antagonista: Il principe e la regina contro il cuoco.

Prove e Ostacoli: La separazione dalla madre e la vita sotto la minaccia del cuoco.

Elemento Magico: La capacità del principe di realizzare desideri e la trasformazione della fanciulla in garofano.

Lieto Fine: Il trionfo del bene, con il principe che si ricongiunge a sua madre e sposa la fanciulla.

Simbolismo

Il garofano, come simbolo, rappresenta la bellezza e la trasformazione, legata al tema dell’amore che supera le avversità.
Anche il castello, gli animali e la torre fungono da simboli: rispettivamente di desideri realizzati, ostacoli e isolamento.

Stile

Il tono della narrazione è formale, ma con elementi di calore emotivo e sentimento, specialmente nei momenti di affetto tra i personaggi e nei momenti di tensione emotiva legata alla sorte della regina.

In sintesi, „Il garofano“ mescola elementi tradizionali e simbolici attraverso un linguaggio che fonde semplicità e profondità, tipico dell’opera dei Fratelli Grimm.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 76
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 652
TraduzioniDE, EN, EL, DA, ES, PT, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson42.4
Flesch-Reading-Ease Indice22
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice18.6
Coleman–Liau Indice11.1
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato10.5
Numero di caratteri8.258
Numero di lettere6.537
Numero di frasi69
Conteggio parole1.431
Parole medie per frase20,74
Parole con più di 6 lettere310
Percentuale di parole lunghe21.7%
Sillabe totali2.771
Sillabe medie per parola1,94
Parole con tre sillabe377
Parole di percentuale con tre sillabe26.3%
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